Cambiamento climatico: si scrive al maschile, ma dovrebbe essere femminile

Una correlazione fra eventi climatici estremi e violenza di genere

Non è un argomento nuovo, questo. Se vi siete mai interessati di cambiamento climatico (se mi state leggendo immagino che sì, siete interessati), avete già sentito dire che colpisce più duramente le donne.

Va fuori dal normale seminato di TheGreenPill questo argomento, ma ne voglio parlare anche io, in particolare in riferimento a uno studio da poco pubblicato. Perché è un tema che mi sta a cuore e dovrebbe stare a cuore anche agli uomini intesi come individui di sesso maschile, non umanità in generale. Leggetelo anche voi, uomini in ascolto, non abbandonate la pagina pensando “arriva il pippone femminista”.

No, no, niente pippone femminista: questa è scienza e riguarda tutti.

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Il cambiamento climatico è un bullo che picchia il più debole

È cosa nota che il cambiamento climatico colpisca di più le popolazioni più povere in paesi a basso e medio reddito, con eventi estremi quali cicloni, siccità, ondate di calore, inondazioni che vanno a distruggere le comunità e le colture da cui ricavano sostentamento.

Ed è cosa nota che in questi contesti, le donne sono le più colpite nella popolazione: mancano servizi igienici quando hanno le mestruazioni, con tutti i problemi sanitari conseguenti, devono procurare cibo per i figli quando è ancora più difficile del solito trovarlo e l’elenco continua e continua.

Ma se vi dicessi che il cambiamento climatico aumenta la violenza sulle donne?

Perché è di questo che parla l’articolo pubblicato il 2 ottobre dallo University College of London.

La ricerca ha studiato come gli shock climatici, come tempeste, inondazioni e smottamenti, potrebbero essere legati ad un incremento della violenza sulle donne da parte del partner nei due anni successivi all’evento.

I numeri

I ricercatori hanno raccolto dati:

• sull’incidenza della violenza di genere da partner a partire da 363 sondaggi rappresentativi a livello nazionale, per gli anni 1993-2019;

• sulla frequenza nazionale di 8 climate shocks (“shocks climatici”) dal 1920 al 2022, in 190 paesi;

Sulla base di questi dati è emersa una significativa correlazione, in 156 paesi, fra le violenze e il fattore climatico di tipo idro-meteorologico (tempeste, smottamenti e inondazioni), mentre altri tipi di shock climatico (geologico – terremoti e vulcani, atmosferico – incendi, siccità, temperature estreme) non avevano una correlazione misurabile con gli episodi di violenza.

I ricercatori non sono riusciti a determinare il motivo per il quale un determinato shock climatico abbia più o meno impatto sulle violenze, ma questo è presumibilmente collegato alla finestra temporale considerata: lo studio considera infatti un intervallo temporale di due anni, mentre alcuni tipi di eventi climatici potrebbero avere effetti con una tempistica differente. Per esempio la finestra temporale di due anni non permette di tenere in considerazione né gli impatti immediati (per esempio ondate di calore e aggressioni da parte degli uomini) né quelli a lungo termine (per esempio impatti dovuti alla siccità, che può protrarsi per lunghi periodi, in casi estremi anche anni).

D’altro canto, è stato evidenziato anche che i casi di violenza sono inferiori nei paesi con più alto PIL.

A cosa serve questo studio

Intanto ad incentivare altri studi, che considerino finestre temporali diverse.

E poi a far capire che quando si progettano i piani per la gestione dei disastri causati dal cambiamento climatico, bisogna tenere in considerazione il fattore donna: per esempio, quando si pensa ai centri di accoglienza per gli sfollati, dopo un disastro climatico, bisogna tenere conto che il rischio che subiscano violenza è più alto. Bisogna che possano contare sull’assistenza della polizia e anche di centri antiviolenza, pur in mezzo all’emergenza, per non creare altre emergenze, dopo. Tutto questo a maggior ragione se parliamo di paesi dove vige il più dichiarato patriarcato e dove le donne già vivono in condizioni subordinate.

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Fonti e Spunti

L’articolo di riferimento è questo: Mannell J, Brown LJ, Jordaan E, Hatcher A, Gibbs A (2024) “The impact of environmental shocks due to climate change on intimate partner violence: A structural equation model of data from 156 countries.” PLOS Climate 3(10)

Per una panoramica rapida su come e perché il cambiamento climatico aumenti la disparità di genere, potete leggere questo articolo de Il Sole 24 ore oppure oppure questo articolo de Il Fatto Quotidiano.