Dopo lāarticolo sul valore di assicurazione sociale delle energie rinnovabili, ho deciso di tornare sullāargomento, concentrandomi sullāagrivoltaico, per due motivi: la vicenda ācaro / bonus bolletteā di questo periodo e la pubblicazione il 27 febbraio di un articolo riguardante proprio lāagrivoltaico nel Regno Unito.
Dal mio punto di vista, si tratta di un argomento affascinante perchƩ mostra come tradizione e innovazione tecnologica possano andare a braccetto per risolvere le sfide che ci troviamo davanti.
Partiamo dalle basi
Installare pannelli sui tetti evita conflitti riguardanti lāuso dei terreni, ma installarli a terra permette di avere vere e proprie centrali, con produzione maggiore.
Il termine āagrivoltaicoā ĆØ utilizzato per indicare un sistema fotovoltaico integrato nel paesaggio agricolo e, per estensione, in applicazioni in allevamenti, serre o parchi. Sistemi agrivoltaici comuni sono il pascolo del bestiame nei parchi fotovoltaici, oppure pannelli sollevati installati sopra alle colture, o ancora pannelli bifacciali installati in verticale fra appezzamenti arabili. Si stanno anche studiando pannelli semi-trasparenti o selettivi per date lunghezze dāonda.
Tutto questo permette di risolvere il problema della competizione per lo spazio a terra fra produzione di energia e pratiche agricole.
Si pone però la questione di come i pannelli interagiscano con i sistemi agricoli: sono sollevati dal suolo, ma fanno ombra, schermano dalle precipitazioni, sono oggetti sconosciuti per gli animali.
Sullāargomento sono stati condotti diversi studi:
molti affermano che la presenza dei pannelli porti beneficio in termini di risparmio idrico: lāombra creata dai pannelli, infatti, riduce lāevaporazione di acqua dal suolo, con beneficio per le colture. Si riporta un risparmio idrico del 20% per le coltivazioni di lattuga, per esempio.
D'altro canto, possono influire sulla distribuzione dellāacqua e sullāerosione da essa causata (immaginate che facciano come un ombrello: la pioggia ci cade sopra e da lƬ cade sul suolo concentrata allāestremitĆ del pannello). Queste problematiche possono però essere ātamponateā con un design particolare dei pannelli.
Per quanto riguarda lāinterazione con gli animali, la presenza dei pannelli aumenta il ācomfortā degli agnelli, mentre nel caso di allevamento di conigli la rendita degli allevamenti aumenta da circa il 3 al 20%.
installati sulle serre, i pannelli fotovoltaici aumentano lāumiditĆ nelle serre stesse e ne riducono i consumi energetici, con differenze fra i diversi tipi di fotovoltaico installato. La redditivitĆ per la coltivazione degli spinaci aumenta di circa il 35%, quella del basilico di circa il 2,5% (differenze dovute al diverso prezzo di mercato del prodotto).
In generale, quindi, si può dire che lāagrivoltaico funziona, con le dovute differenze fra climi, colture e tipi di pannelli.
Lo studio in UK
Ho trovato particolarmente interessante questo studio perchĆ© ĆØ stato condotto sullāInghilterra, che a livello mondiale ĆØ famosa per tante cose, ma non per lāirraggiamento solare.
Questo il contesto:
il governo UK si ĆØ impegnato a pianificare un sistema elettrico a zero carbonio entro il 2030. Il fotovoltaico e lāeolico dovrebbero in questo quadro produrre dal 75% al 90% dellāelettricitĆ nel 2035 (nel 2021 hanno prodotto rispettivamente il 3,3% e lo 0,6%). Questo implica che bisognerĆ trovare 662 km2 di terra per i pannelli fotovoltaici.
Il fotovoltaico e lāagricoltura hanno bisogno dello stesso tipo di terreno, con buon irraggiamento solare e poca pendenza.
Il Regno Unito non ĆØ autosufficiente per quanto riguarda la produzione di cibo e la sua dipendenza dallāestero si ĆØ aggravata con la Brexit (che ha causato perdita di manodopera e interruzioni nelle catene di approvvigionamento). A questo si aggiungono le tensioni politiche, come quelle per la guerra in Ucraina, che ha ulteriormente compromesso l'accessibilitĆ del cibo.
Lo studio ha analizzato Inghilterra, Scozia e Galles e ha preso in considerazione una serie di parametri riguardanti clima, caratteristiche dei terreni, distanze dalla rete, produttivitĆ dei pannelli fotovoltaici, uso agricolo dei terreni. Il tutto per:
individuare le aree dove il fotovoltaico e lāagricoltura possono entrare in conflitto
capire quale sia lāestensione e la distribuzione delle aree idonee allāagrivoltaico e come questāultimo possa risolvere il conflitto fra le due diverse destinazioni dāuso del suolo (produrre cibo vs produrre energia)
capire se ci sono alcune colture particolarmente adatte per lāagrivoltaico
risolvere alcuni punti particolarmente critici, come individuare quelle aree dove lāagrivoltaico potrebbe mitigare i conflitti più urgenti oppure quelle aree che, a causa del cambiamento climatico, si prevede che soffriranno più della scarsitĆ dāacqua e capire se sia possibile installarvi dei sistemi agrivoltaici.
Le aree migliori per lāinstallazione di sistemi fotovoltaici sono lāest e il sud-est dellāInghilterra. Ma lāest dellāInghilterra ĆØ anche la zona che produce: il 28% del grano, il 33% delle patate e il 29% delle verdure da campo di tutta lāInghilterra.
Da qui il conflitto: mentre al momento i parchi fotovoltaici sono perlopiù installati nella parte occidentale del paese, per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione si dovranno utilizzare anche queste aree. Remando cosƬ contro ad un altro problema del paese, che ĆØ quello della sicurezza della produzione alimentare, ed aumentando le importazioni di frutta e verdura dallāestero, con un aumento dellāimpronta di carbonio del paese nel settore alimentare (perchĆ© il cibo importato ĆØ trasportato e porta con sĆ© quindi le emissioni legate a questi trasporti).
In questo quadro, lāagrivoltaico potrebbe aiutare perchĆ© le terre verrebbero utilizzate per produrre energia, ma allo stesso tempo manterrebbero anche una produzione agricola.
Dallāanalisi dei dati riguardanti lāadeguatezza delle aree per lāinstallazione di sistemi agrivoltaici e il tipo di coltivazione presente in quelle stesse aree, ĆØ risultato che, nonostante barbabietole, fave e piselli occupino nel complesso meno terreno agricolo rispetto ad altre colture (erba e frumento autunnale sono quelle che ne occupano di più) sono anche quelle più coltivate nelle aree più adatte allāagrivoltaico. Anche le patate rientrano fra le colture installate nelle zone più adatte allāagrivoltaico ed esistono studi che dimostrano come la loro coltivazione benefici della presenza di pannelli fotovoltaici, in aree dove si risente di scarsitĆ idrica.
Gli autori dellāarticolo si sono quindi focalizzati su patate, grano, lattuga, barbabietola da zucchero ed erba, andando ad esaminare studi effettuati in Germania, Corea e Belgio ed indagando i benefici che lāagrivoltaico potrebbe portare in quelle zone che, a causa dei cambiamenti climatici, rischiano di dover fronteggiare scarsitĆ idrica, oltre ai possibili effetti negativi che la presenza dei pannelli può avere sulla produttivitĆ dei terreni destinati a queste colture.
Le conclusioni dello studio
Mettendo insieme tutti i dati analizzati, gli autori dellāarticolo hanno concluso che, con lāimpiego dellāagrivoltaico, si potrebbe superare la produzione di energia stabilita dagli obiettivi di governo e allo stesso tempo mantenere la produzione agricola, andando anche, in alcune zone, a mitigare gli effetti della siccitĆ e ad accrescere le pratiche agricole sostenibili.
Mi piacerebbe che questi studi venissero effettuati su larga scala anche in Italia perchĆ© non siamo nuovi a polemiche del tipo ātolgono i pomodori per metterci i pannelliā. Beh personalmente sono dāaccordo, non ha senso togliere produzioni agricole per mettere pannelli, se poi il cibo che non produciamo lo dobbiamo importare. Ma provate a pensare al potenziale dellāagrivoltaico in Italia, considerando quanto la scarsitĆ dāacqua si fa sentire anche nel nostro paese e soprattutto al sud, dove la siccitĆ fa soffrire le coltivazioni (non che la Pianura Padana se la passi meglio negli ultimi anniā¦) e lāirraggiamento solare ĆØ ottimo: quale potenziale abbiamo, se combiniamo agrivoltaico per proteggere il suolo dalla traspirazione eccessiva e riuso idrico?
Se il potenziale è così alto in Inghilterra, quanto può essere maggiore da noi?
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Fonti e spunti
Gli articoli di riferimento sono
Zahrawi, Amro & Aly, Aly. (2024). A Review of Agrivoltaic Systems: Addressing Challenges and Enhancing Sustainability. Sustainability. 16. 8271. 10.3390/su16188271.
Per il focus sullāUK: Talitha H. Neesham-McTiernan, Richard J. Randle-Boggis, Alastair R. Buckley, Sue E. Hartley.
The spatial potential for agrivoltaics to address energy-agriculture land use conflicts in Great Britain. Applied Energy,
Volume 385,2025, 125527.
Interessantissimo post, che mi coinvolge essendo un appassionato di attivitĆ agrestiš ; tuttavia sono un pò dubbioso su alcuni punti. Ad esempio, sono certo che l'ombreggiatura possa ridurre l'evapotraspirazione del terreno, ma come possono beneficiarne colture tipo insalate, patate, ecc. che debbono crescere al sole e certo non sotto lo schermo del pannello? Voglio dire, sicuramente il bilancio idrico globale di un certo appezzamento migliorerĆ , ma le verdure devono essere irrigate nel punto dove crescono e certamente non lo faranno sotto i pannelli. Forse c'ĆØ qualche aspetto tecnico che mi sfugge. Diverso invece il discorso per gli animali che si abituano in fretta alla novitĆ di oggetti sconosciuti e senz'altro possono pascolare tra i "filari" dell'impianto brucando l'erba tra una fila e l'altra. Anche l'impatto visivo ĆØ penalizzante, ma comunque mi schiero a favore di qualsiasi tecnologia che possa farci superare i combustili fossili. Grazie Stefania per quest'altro ennesimo lavoro molto stimolante !