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Avatar di Dr.Divago

Grazie per la risposta esaustiva 🙂 visto che saremo sempre più dipendenti dell'elettricità bisogna produrla in quantità ma senza, per esempio, coprire i campi con pannelli solari, oppure facciamo la fine dei cileni che per "nutrire" questi server finiscono per avere problemi a mangiare. Poi ci sono anche paesi che grazie alla mania recente per la quinoa o l'avocado finiscono per privarsi di un loro alimento tradizionale e necessario per l'esportazione, ma qui sto divagando (come da contratto)

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Avatar di Stefania Magnani

Hai divagato verso uno degli argomenti che mi sono segnata da trattare prossimamente, quello della sostenibilità di certi cibi di moda.

Grazie a te dei commenti, è sempre bello riceverne!

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Avatar di Dr.Divago

L'agricoltura é certamente indispensabile ma non possiamo privarci di data center e altre produzioni per informatica a causa di problemi col raffreddamento. Che Chat gpt sia l'ennesima cosa al servizio di pigri, incapaci e risparmio sulla forza lavoro e che perciò dovrebbe esserci limitato sono d'accordo. Se stiamo a sentire personaggi tipo Montemagno siamo cretini a non usare AI, forse perché lui vende corsi

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Avatar di Stefania Magnani

Grazie del commento.

No, non ho detto che dobbiamo privarci dei data center, anche perché l'AI oggettivamente è preziosa in molti campi, anche proprio nella tutela ambientale per esempio.

Però siccome ha consumi elevati in termini di risorse, bisogna che questi consumi siano trasparenti, altrimenti non è possibile esigerne l'efficientamento, né è possibile sensibilizzare gli utenti (dove lo vedo quanto consumo per scrivere una mail con l'AI?).

Poi si potrebbe a mio avviso pensare a una razionalizzazione degli usi, per evitare gli abusi di cui alla mia conclusione provocatoria. Sarebbe facilmente implementabile un sistema di licenze, come già ci sono per diversi software professionali, per esempio (autocad, arcgis se vogliamo citarne alcuni in ambito ingegneristico che comunque sono resi disponibili nelle università per gli studenti). Ma così mi sembra un libero spreco di cui nessuno ha conoscenza/coscienza.

Oltretutto c'è un altro problema etico quando si parla di competizione per la risorsa idrica: i 16 datacenter di Santiago del Cile non servono tutti e solo il Cile... Ma l'acqua la consumano lì, dove c'è già stress idrico.

Permettimi un'ultima provocazione: se devi scegliere di irrigare i campi per mangiare o raffreddare un datacenter, cosa scegli? Il rischio è di arrivare a quel punto.

Ovviamente chi vende corsi queste cose le tace... Spero anche per ignoranza.

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